Oggi è il solstizio d’estate …. l’inizio dell’estate, c’è chi guarda il cielo e c’è chi senza andare tanto in alto si limita a guardare gli alberi.
Con l’estate infatti arrivano puntuali con la prima canicola di San Vito, “ le culumme” ( i fioroni – i primi fichi di giugno).
Quando mia nonna vedeva i primi culummi usava dire: è arrivàte a staggione!
Quasi a significare che era questo frutto a portare il sole e il caldo ... e l’osservazione spontaneamente “marzulliana” è: ma le culumme portano l’estate o l’estate porta i culummi?
Mah! Comunque arrivano insieme!
Le culumme sono una primizia, un frutto goloso, un tempo molto apprezzato che oggi per motivi di “dieta” evitato. I frutti più grossi sono “le san giuànne” e un tipo nero … " le fracazzane ".
Si può definire un frutto spontaneo, per questo per definire una persona sempliciotta e credulona si dice che è “nu mangia culumme”…
Ma ci sono dei modi di dire associati al caldo e alle culumme, il caldo afoso tipico delle nostre zone, porta spossatezza e poca voglia di lavorare – una condizione fisica che in dialetto viene definita con la frase : “c’è culumme ca porta! ”
E poi per esortare a lavorare ricordando di dedicarsi alla mietitura che in questo periodo impegna i contadini si diceva:
“so ‘buene le culumm’ e le cirase ma 'màra a quedda vendre ci pane no tràse”
Perché i fioroni e le ciliegie sono buone ma durano solo pochi giorni….il grano invece garantisce il pane per tutto l’anno.
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