In una città come Taranto, economicamente adagiata tra mari e terre, una figura importante era quella di - U’ mèst d’ascia - che era colui che costruiva vàrche, sckive, parànze, ma anche traine, carrozze, e pure botti, tini, barili…
Lavoravano
tutto con l’ausilio di un’ascia e la loro maestria nel lavorare,
intagliare e curvare il legno a caldo, dove manifestavano tutta la loro
bravura.
Erano ricercati per la costruzione degli scafi delle navi... e per l'assemblaggio delle ruote dei carri.
Ma
u’ mèst d’ascie era bravo anche a fare oggetti casalinghi di uso
quotidiano, per questo ci si rivolgeva a lui per commissionargli alcuni
oggetti di arredamento che facevano parte della dote, come
“siggitèdde” - sedie larghe e basse dalla seduta comoda
– scannitjiedde – piccoli scanni usati per mungere, per accendere il fuoco indre a furnacètte.
Ma
c’era un oggetto che era presente in tutte le casa, il suo posto era
“suse a pila”, ed era usato tutti i giorni, da tutte le donne …
u’ stricature - la tavola di legno dentellata che veniva usata per lavare i panni, anzi “pe stricà le ‘robbe”.
E’ un oggetto usato ancora oggi, anche se la sua manifattura è di tipo industriale, ma un tempo anche u’ stricature nasceva sotto i colpi, secchi studiati e precisi degli abili mest’ d’ascie.
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