Molti non sanno
neanche di cosa sto parlando, ma non è un demerito, è solo il segno indicativo
della loro giovane età.
I ragazzi oggi conoscono quell’aggeggio che tutte le
sante mattine, anche se non devono andare a scuola, anche a Natale a Pasqua e
ad ogni festa comandata, le loro mamme accendono puntualmente alle sette.
Le nostre nonne per
battere i tappeti, stuoie, materassi e coperte, usavano u’ battepànne.
Era uno strumento a
forma di paletta, fatto di giunchi intrecciati per renderlo leggero, flessibile
e delicato sui tessuti, ma comunque efficace allo scopo.
Era uno strumento
indispensabile in ogni casa, tanto da essere incluso nella “dote” delle ragazze
da marito. Insieme alla scopa e allo scopettone, faceva parte dell’armamentario
che ogni brava casalinga utilizzava per la pulizia della casa.
Battere tappeti,
coperte e materassi era un rito. Nelle mattine di sole, da balconi e terrazzi
proveniva il rumore secco dei battipanni, sferzato in modo vigoroso dalle donne
con colpi cadenzati spesso accompagnati da canti intonati a squarciagola e con un leggero
affanno.
Il vigoroso movimento
del braccio era stancante, per cui all’improvviso i colpi acceleravano in una
frenesia liberatoria, per poi rallentare e quindi cessare del tutto.
Ma il
battipanni non serviva solo a questo. Quando i bambini ne combinavano “ciènd’ e
une”- e ne pensavano
molte di più - e la mamma non sapeva come farsi ascoltare… l’unica soluzione
era mettere mano al battipanni che minacciava di sferzare contro le nostre
gambe.
Minaccia che nella maggior parte dei casi bastava e avanzava, ma gli
irriducibili hanno provato l’ebbrezza del rischio, sfidando Santa Pazienza facevano
leva sull’amore materno che si trasformava in esasperazione e le minacce virtuali
divenivano reali e il battipanni lasciava il segno del suo atterraggio sulla schiena
e sulle gambe del monello di turno.
Ma il bello era la frase della mamma: < e cìtte ca ci u' dicève a ttànete, stasera pruàve a curèscia >
Frase detta per placare le lacrime del pargolo e ... i propri sensi di colpa.
Nessun commento:
Posta un commento