La vita è un susseguirsi di scelte. Ogni attimo si conclude con una
scelta, tra si o no, bene o male, dire o fare,
andare o restare, dormire o alzarsi,
bere o mangiare …. e non sempre è facile decidere, perché ogni decisione porta delle conseguenze.
E allora?...
Ci si affida al caso, ed uno dei metodi più utilizzati è il Testa o croce, un modo per scegliere tra due possibilità utilizzando una moneta .
Consiste nell'associare le due scelte possibili alle due facce della moneta, e
a considerare estratta la scelta relativa alla faccia visibile dopo averla
lanciata in aria.
Un criterio di scelta che appaga anche la voglia di giocare, tanto da
dare vita e nome ad un gioco consistente nello scommettere ed indovinare la faccia della moneta visibile dopo il lancio.
Il nome di Testa o croce è dovuto al fatto che le monete recavano su un
verso la faccia del regnante e
sull’altro una croce.
Classico esempio italiano sono le due lire del 1861 recanti su un lato
la testa di Vittorio Emanuele II e sull’altro la croce sabauda.
Per noi tarantini questo gioco prende il nome di càpe o lettere , dove
“Cape” indica il fronte della
moneta su cui è stampata la testa, di fronte o di profilo del sovrano, del capo
di stato, di un personaggio famoso …
“Lettere” indica il retro della moneta, su cui viene riportato il suo valore di scambio.
Questo deriva dal fatto che le prime banconote, erano delle “lettere di scambio” con cui le banche
autorizzavano i loro clienti ad effettuare i loro pagamenti senza l’uso di monete, e garantivano ai
possessori di queste lettere, di poterle cambiare presso altra banca,
ottenendone il corrispettivo.
Per estensione, il retro delle monete, indicante il valore di scambio
delle stesse, venne chiamato “lettera”.
Questo gioco era praticato già nella Roma repubblicana col nome di "navis aut
caput" (nave o testa) perché sulle monete di quel periodo riportavano su
una faccia una nave e sull’altra la testa di un Dio o del Console sotto il cui governo erano state coniate.
In realtà questo gioco ha origine più antiche, probabilmente da un gioco in voga nell’antica Grecia, l’ostrakinda, che utilizzava una conchiglia o un coccio con una delle due facce colorata di nero.
In realtà questo gioco ha origine più antiche, probabilmente da un gioco in voga nell’antica Grecia, l’ostrakinda, che utilizzava una conchiglia o un coccio con una delle due facce colorata di nero.
Un giocatore lanciava in aria la conchiglia o il coccio, dicendo: "nux kai hemera" (giorno o notte) e
l’altro giocatore doveva indovinare quale faccia si sarebbe mostrata dopo il
lancio.