"Domenica è sempre domenica,
si sveglia la città con le campane.
AI primo din-don del Gianicolo
Sant'Angelo risponde din-don-dan"
Questi i versi di una canzone di qualche anno fa, quando le campane erano importanti, scandivano le giornate:
all'alba suonavano "l'Ave Maria"
a mezzogiorno suonavano "l'Angelo"
al tramonto suonavano "il Vespro"
la sera suonavano "l'Ora di notte"
Segnali che invitavano anche alla preghiera: ci si segnava con il segno della croce e si recitavano tre "Ave" e qualche giaculatoria.
Le campane avvertivano tutti di tutto quello che succedeva in paese, annunciando gioia, dolore, morte e pericolo imminente, solo con dei rintocchi:
rintocco a messa, per richiamare i fedeli
rintocco a festa, per annunciare il giorno di festa
rintocco a gloria, a Pasqua annuncia la Resurrezione del Signore
rintocco a martello per avvertire di un pericolo imminente
rintocco a morto, accompagna i funerali.
Ma solo a Taranto si potevano ascoltare le campane che suonavano 'a Foròre e 'a Merveràte.
'A Foròre ( letteralmente " la fuori ora")
A mezzanotte del martedì grasso, l'allegria assordante del Carnevale veniva fermata dalla campana più alta della Cattedrale di S. Cataldo che suonava un tocco a morte annunciando la fine del Carnevale e l'inizio della Quaresima.
I fedeli a quell’ora portavano in Chiesa le palme benedette dell’anno precedente, dove venivano bruciate e utilizzate nella funzione religiosa del mercoledì delle Ceneri.
'A Merveràte ( letteralmente l'imberverata )
E' il termine comunemente usato per indicare il mezzogiorno, immortalato da Diego Marturano nei versi di 'U Relogge d'a Chiazze:
Me ne turnave a ccase chiù cundende,
all'ore ca sunave Merveràte,
scenneve a scappe e fusce d'a chiancate:
'a scambanate m'a purtave 'u vijende.
‘U cambanile! Merverate sone…
Cè vocia canusciute… ‘a voce vole:
- Ce tene mange - dice ‘u cambanone -
e ce no’ tene spanne ‘a vendre ô sole.
In realtà ogni giorno alle 11:30 le campane della Cattedrale di San Cataldo suonavano il rintocco a messa, che annunciavano la funzione in memoria della famiglia Imberverato, un'antica famiglia patrizia tarantina che aveva lasciato tutti i suoi averi alla Diocesi di Taranto, chiedendo in cambio la celebrazione quotidiana di una messa in Cattedrale, alle 11:30, in suffragio dei defunti della famiglia.
La campana della Torre dell’Orologio ( per i Tarantini: 'U relogge d'a chiazze) preannunciava la funzione e avvertiva nel contempo la popolazione che mancava mezz’ora a mezzogiorno.
Col passaredegli anni la cerimonia religiosa fu effettuata solo la domenica e nei giorni festivi, anche se le campane continuarono per un pezzo a suonare giornalmente dalle undici e trenta a mezzogiorno.
Oggi le campane suonano molto meno, non le ascolta più nessuno e se per caso ci capita di sentirle, ci lamentiamo per l'inquinamento acustico! Quando invece dovremmo imparare ad ascoltarle... tutte!
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