giovedì 14 ottobre 2010

Il piacere di farlo "cristiano".


Una volta sicure che le cose andavano bene, che il bambino poppava e cresceva.  si pensava al battesimo, che doveva essere celebrato nelle prime settimane dalla nascita, pena i rimproveri degli anziani preoccupati del fatto che il bambino potesse morire senza questo sacramento (un tempo la mortalità neonatale era molto alta).
Il padre qualche giorno dopo la nascita si recava appositamente a casa dei padrini prescelti per chiedere loro "'u piacere d'u fà cristiane" ( la carità di farlo cristiano), raramente tale richiesta era disattesa. Chi lo faceva era malvisto dalla comunità perché rifiutava di fare, appunto, un'opera di carità.
Il neonato era portato in chiesa da portato in braccio dalla levatrice seguita dai padrini e dal padre del neonato. Al battesimo la mamma non partecipava, perché non poteva uscire di casa prima di quaranta giorni. Era una precauzione presa per tutelarne la salute.
Una volta in chiesa, il padre del bambino si recava in sacrestia per dare le generalità del battezzando, dei genitori e dei padrini. Appena tutto era pronto ci si avvicinava al Fonte battesimale, dove il bambino veniva messo in braccio al compare – se maschio – in braccio alla comare – se femmina – e il sacerdote iniziava la funzione religiosa, che differiva dalla moderna. E prevedeva anche il “rito del sale” durante il quale veniva messo in bocca al bambino un grano di sale, simbolo della sapienza che avrebbe dovuto accompagnarlo per tutta vita.  
Finita la funzione la levatrice riprendeva il bambino e ritornava a casa dove la mamma attendeva di riabbracciare la sua creatura fatta cristiana.
I padrini regalavano ai maschietti, l'anello d'oro,  alle femminucce, gli orecchini con cui si foravano i lobi delle orecchie - oppure la catenina d'oro, col Crocifisso ai maschietti, con la Madonna alle femminucce.
Poi arrivava il momento più atteso, quello dei “complimenti”: guantiere di dolci e rosoli fatti in casa per brindare alla salute di tutti.

Nessun commento:

Posta un commento