venerdì 22 aprile 2011

Sabato Santo

IL  RIENTRO
La processione percorre le Vie del Borgo e a notte inoltrata si rifugia presso la Chiesa di San Francesco da Paola, dove i perdune si riposano prima di ritornare nella Chiesa del Carmine.
E  proprio il rientro di questa processione, regala il momento più intenso ed emozionante di tutta La Settimana Santa:
“LA BUSSATA"
Il  troccolante si  affaccia sulla Piazza gremita di gente, accompagnato dal suono di marcia funebre.
Poi la banda smette di suonare, in piazza cala il silenzio interrotto solo dal suono dalla troccola, sempre  più forte e deciso. Poi anche la troccola tace,  il troccolante è davanti la Chiesa... sale il marciapiede,  poi alza la mazza e bussa dando tre colpi di mazza sul portone della chiesa, chiedendo asilo per sè e  per i suoi confratelli. 
Così il portone si apre e ad uno ad uno lascia entrare tutti i simboli e le statue.
Un momento che tutti attendono, tranne i Confratelli, che giunti nella piazza antistante la Chiesa rallentano le loro nazzicate.  Tutti col volto rigato di lacrime, e le poste hanno i cappucci bagnati dalle lacrime.
Dopo l’entrata del troccolante, la piazza si svuota, mentre le altre statue, lentamente rientrano… il Gonfalone, la Croce dei Misteri, Cristo all'orto, la Colonna, Ecce Homo, la Cascata, il Crocifisso… e a questo punto la piazza  è di nuovo  stracolma di persone, tornate per assistere  al rientro delle statue che più simboleggiano questi riti...Gesù Morto e l'Addolorata, che ora sono nella Piazza, vicine... ormai la Madre ha ritrovato il figlio, non ha potuto fare nulla per salvarlo dal Calvario ed ora lo piange accompagnandolo alla Sua ultima dimora. Accompagnate dalle marce funebri della banda, lentamente entrano e il troccolante, che ha atteso il rientro di tutti i Confratelli, procede a  chiudere il portone  alle spalle dell’Addolorata.
A descrivere in versi la “bussata”…
Aspitte Frate'! Aspitte!
Scinnele stu' bordone!
'U se ca quanne tuzze,
finisce 'a prucessione?
Me uarde e me rentuzze,
Frate'! ce vue' no tuzze!
ma a notte ha state gnore
e 'u core, assaije, me dole.

(dal sito TarantoNostra.com)

 Per tutti i confratelli c’è una frase:  “I riti si sono compiuti. L'anno nuovo puo' cominciare!”
Hanno così fine i Riti della Settimana Santa tarantina accompagnati dalla colonna delle marce funebri. Alla tradizione religiosa e folkloristica della Settimana Santa, si affianca una tradizione molto cara ai “cataldiani”,  quella musicale, legata all'esibizione di Marce funebri, eseguite da bande locali:
- il gruppo bandistico "Domenico LEMMA"  - per i tarantini “Meste Mengucce” -  diretto dal maestro Giuseppe Gregucci,
- il Gran Concerto Bandistico “Città di Taranto” “Giovanni Paisiello”, diretto dal maestro Vincenzo Simonetti.
- La Banda della Marina Militare, diretta dal maestro primo maresciallo luogotenente Marcello Cavalera.
Tutte si cimentano nell'esibizione di:
- “A mia madre” di Francesco Buzzacchino.
-“Inno a Cristo morto” di G. Cacace, il primo autore di marce funebri tarantine,
- “Tristezze” di G. Lacerenza,
- “Grido di dolore”di A. Cardone
- “Mestizia di V. Manente, già direttore della Banda della Marina Militare,
- " A Gravame” di D. Bastia.
- " Mamma” di L. Rizzola”.
- “A Berardino Lemma” (“A mio padre”) di Davide Latagliata,
- “A Domenico Lemma” di G. Gregucci,attuale direttore della banda “D. Lemma”,
- “A mio fratello” di Nino Ippolito,
- ”Venerdì Santo” di Nicola Centofanti,
-  “Tristezze” di Giacomo Lacerenza.
- ”A Rinaldo” di Vincenzo Simonetti,
- ”Elegia” di Angelo Lamanna e
- “Jone” di Enrico Petrella.

LA RESURREZIONE
L'Arcivescovo Bernardi "'u polendòne" oltre a vietare l'allestimento dei Sepolcri, vietò anche le processioni della Settimana Santa, e proprio questo provocò l'insurrezione popolare, che costrinse l'Arcivescovo a riportare le tradizioni al loro posto, cambiando solo l'ora della "Cena Domini" del Giovedì Santo, dalla mattina al pomeriggio. Di conseguenza, furono spostate tutte le altre celebrazioni, tra cui la Messa di Resurrezione che dal Sabato mattina passò alla mezzanotte tra il Sabato e la Domenica.
La processione dei Misteri, oggi interessa solo il Borgo, ma fino a quarant'anni fa, girava anche nell'Isola Madre. Poi dopo l'ultima processione a Taranto Vecchia, del 24 marzo 1967, si decise di restringerla solo alla Città Nuova.
Al momento della Resurrezione, tutte le chiese della città slegavano le loro campane, (azzittite per tutta la settimana santa), facendole suonare a distesa annunciando la Resurrezione di Gesù. A quel punto venivano fuori le scarcedde che  pescatori, impiegati e artigiani del vecchio Borgo Umbertino  mangiavano festosi,l dopo essersi radunati in Piazza Fontana, davanti alla Torre dell’orologio. Mentre  nelle case (dove non si erano più fatte le pulizia per rispetto ai riti) si usava  aprire finestre, sbattere porte e battere per terra e sotto i letti con le scope per scacciare gli spiriti maligni.

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