domenica 8 maggio 2011

‘U pregge

Ogni anno l’8 maggio, con la tradizionale processione a mare, entrano nel vivo, a Taranto, i festeggiamenti in onore del Santo Patrono,  San Cataldo, invocato dal popolo con questa preghiera:

"San Catàvete mije benìgne,
de priarte 'no ssò dìgne;
cume a nuèstre protettòre,
prije tu nuestre Signòre;
libberéne San Catà,
da frascélle e da tramòte,
da furmene e tembeste,
da uèrre, fame e pèste!


Durante la Messa prima della processione, nella Cattedrale, a lui dedicata, avviene la suggestiva cerimonia chiamata ‘U pregge de San Catavete (il Privilegio di San Cataldo),  ossia la consegna della statua di San Cataldo al Sindaco da parte del Capitolo Metropolitano.
Anticamente questa cerimonia prevedeva un atto scritto, redatto alla presenza di un notaio, in cui  le autorità ecclesiastiche prescrivevano il comportamento che le autorità e i cittadini dovevano avere nei riguardi del Santo, e le autorità civili  prendevano in consegna la Statua accettando ogni condizione e assumendosi ogni responsabilità.

Anche in questo caso la fantasia popolare mantiene viva questa tradizione.
Un detto popolare recita che “San Catavete è amante de le furastière” (San Cataldo è amante degli stranieri) – tanto è vero che per uscire dal Cappellone a lui dedicato sembra che San Cataldo si facesse pregare dai tarantini.
Perpetuando questa tradizione, ancora oggi il sindaco di Taranto raggiunto il Cappellone, rivolgeva al Santo la frase «Esci Cataldo il rosso!» - dove l’aggettivo “rosso” starebbe ad indicare il colore rosso dei capelli del Santo di origine Irlandese.
Da questo nasce la cerimonia d’u pregge, ossia il “privilegio” che il Santo concederebbe ai tarantini di essere portato in processione "pe terra e pe mare".

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